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I Numeri:
Durata Escursione: 2 Giorni
Km totali percorsi: 115 km (65 km primo giorno, 50 km il secondo)
Dislivello cumulato in salita: 3.850 m circa
Dislivello cumulato in discesa: 3.860 m circa
Tappe principali:
Partenza da Terranova di Pollino – 905 m
Riserva Catusa – 1319 m
Riserva Statale Rubbio – 1471 m
Acquatremola – 1430 m
Lago Duglia – 1426 m
Piano di Jumento (Rueping) – 1583 m
Piano dei Moranesi – 1700 m
Casinò Toscano – 1663 m
Piano del Praino (la fagosa) – 1443 m
Pietra Caduta – 1351 m
Piano di Ratto – 1388 m
Colle Marcione – 1300 m
Civita – 432 m
Fonte Scosa – 761 m
Tra San Lorenzo Bellizzi e Cerchiara di Calabria – 825 m
Costeggiando la Serra di Paola – 1202 m
Madonna dello Sparviere (Canale di Vallone Lupara) – 1399 m
Lago artificiale di Piano Pichino, Località Tappaiolo (Canale di Vallone Lupara) – 1287 m
Alessandria del Carretto – 1020 m
Terranova di Pollino – 905 m
Il secondo giorno del TransPollinoBike percorsa in compagnia del maestro di Sci Pasquale Larocca, vincitore della IDITA Sport Racing in Alaska, inizia con una colazione a base di cereali e latte liofilizzati, preceduta da una sessione di stretching nell’area pic-nic della Fonte Scosa, con tanto di vista Panoramica delle rocce che svettano alte sulle Gole del Raganello.
Saliti in bici ci dirigiamo verso Cerchiara di Calabria (CS), uno dei paesi parte del Parco Nazionale del Pollino, ma senza raggiungerla: a circa 3 kilometri dal paese, svoltiamo a sinistra e imbocchiamo una vecchia strada provinciale situata ad est di San Lorenzo Bellizzi ed a ovest di Plataci, entrambi comuni Calabresi rientranti nel Parco


La strada è desolata, per nulla trafficata: in queste zone, se pronti ad esplorare ripidi pendii, ci si può facilmente imbattere in nascondigli segreti utilizzati, nella seconda metà del 1800 da coloro i quali si rivoltarono all’unione dell’Italia: i Briganti. Proprio nella zona che stiamo attraversando, si trova appunto la Grotta dei Briganti.
Lungo il percorso siamo lieti di rinfrescarci con dei deliziosissimi Frutti di Bosco, le more.

Raggiungiamo il versante sud del Monte Sparviere ed entriamo in un altro mondo: una stradina stretta con al bordo strada (solo sulla destra) un guard rail completamente in legno, unico ostacolo tra noi e lo strapiombo. Sulla nostra sinistra scende ripida una vegetazione affascinante, molto fitta e spesso incorriamo in canali di acqua naturali, motivo per il quale continuiamo un sali-scendi incessante.
Mi sento tutt’uno con il paesaggio, perdendo la cognizione del tempo e dello spazio.
Lascio qui il link con le indicazioni per poter visitare in escursione il Monte Sparviere e la zona limitrofa.
Interessante è anche l’origine dal quale prende nome il Monte Sparviero: deriverebbe dall’omonimo uccello, lo Sparviero, un rapace che si trova raramente nei paesi meridionali d’Europa, nidificando solo in aree di alta montagna, alle soglie dei 2.000 m. Gli esemplari di sparviero nidificano nell’appennino meridionale esclusivamente sui monti del Pollino, nei rilevi del Sirino e più raramente della Sila, sebbene sia spesso confuso con il suo principale sosia e antagonista, l’astore.
Ci fermiamo per una sosta acqua e ci imbattiamo in un signore del posto che parla un misto tra dialetto calabrese ed albanese: molti dei paesi calabresi della zona inclusa nel Parco Nazionale del pollino hanno infatti origini Arbereshe ossia albanesi.
Un ultimo tratto molto ripido sullo sterrato mi costringe a scendere per accompagnare la bici spingendola per una decina di metri. Il premio è l’inizio di un lungo tratto in discesa, immersi sempre nel verde ma questa volta con strada brecciata, leggermente battuta e percorribile anche con le quattro ruote.
Il percorso costeggia il versante sud-est del Timpone della Neviera (mt 1587) e del Timpone Montillo (mt 1270). La zona che attraversiamo è ricca di fontane, sorgenti, spazi aperti e attrezzati con tavolini e non solo barbecue in pietra ma perfino forni!


L’area attrezza si sviluppa intorno ad un piccolo santuario quello della Madonna dello Sparviere a circa 1400 mt. Il posto è molto suggestivo e mi prometto di tornarci con calma, magari per un’escursione a piedi o una scampagnata (cibo e vino) in buona compagnia.


Proseguendo sempre in discesa raggiungiamo prima un’area probabilmente adibita per qualche attività di osservazione fauna e flora, con un edificio ed un laghetto artificiale, il Lago di Piano Pichino, nella Località Tappaiolo (Canale di Vallone Lupara) a 1300 mt e subito dopo il Rifugio Sciortaglie di Basso.

Ritorniamo sulla strada asfaltata da dove, dopo poche centinaia di metri inizio a intravedere Alessandria del Carretto, un paesino posto a 1000 mt sul livello del mare, rientrante nell’area del Parco Nazionale del Pollino.
Lascio qui un link di approfondimento sul tratto del Cammino Basiliano che vede Alessandria del Carretto e Cerchiara di Calabria come una delle 73 tappe del percorso di più di 1000 km, ricostruito seguendo le tracce e gli itinerari dai monaci Italo-Greci, ispirati dalla vita di San Basilio

E’ un borgo piccolo ed incantevole dove le case e molte costruzioni sono state costruite in maniera uniforme e similare, con la pietra. La chiesa principale, di Alessandro Papa, il palazzo Chidichimo e la chiesa di San Rocco sono molto caratteristici così come i Murales, realizzati durante il Festival di Cultura tradizionale che si tiene ad Agosto.
Non so per il voler di quale dei vari Santi che vegliano sul borgo del paesino, abbiamo la fortuna di trovare l’unico bar del paese con la serranda semi-aperta. Chiediamo gentilmente (bussando) disponibilità per delle bevande fresche e la signora che stava rassettando ci accontenta con tanta gentilezza.

Di nuovo in sella per percorrere gli ultimi 15 km circa, caratterizzati da una prima parte perlopiù in discesa (ma in montagna c’è sempre la salita spezza-gambe dietro l’angolo, anche quando vi dicono che sarà tutta discesa, non credeteci!).
Percorriamo un tratto asfaltato per poi rituffarci su di un tracciato sterrato con una “virata” tutta a sinistra!

Nell’avvicinarci ad un’azienda agricola, intravedo diversi cani di media-grande taglia, randagi e maremmani, abbaiare e dirigersi verso di noi. Trovandoci in discesa decido di far una gran staccata per intimidirli o meglio per seminarli (da gran fifone). Uno di questi doveva esser stato figlio di qualche cane da corsa perchè, con tutta la discesa, mi resta alle calcagna fino all’ultima svolta a destra dove, data la velocità ed il brecciolino, per un pelo mantengo il controllo del mezzo, evitandomi una brutta fine nel dirupo.
Seminato il pericolo (la caduta o i cani?!) proseguiamo su una strada che ci condurrà, perlopiù in discesa, su di un ponticello che attraversa il fiume Sarmento. Da qui in poi percorriamo gli ultimi 5 km che ci riportano all’arrivo che coincide esattamente con il luogo da cui siamo partiti la mattina precedente, Terranova di Pollino. Gli ultimi 3 km li percorriamo sotto la benedizione degli dei del pollino che ha forma e consistenza liquida e rinfrescante: tanta pioggia. Quale miglior finale per un’esperienza del genere?!
Scatto finale, prima della chiusura attività in bellezza: Birra, Piadina e Gelato al bar di fiducia in piazza, “da Pietro”.

Personalmente ritengo quest’esperienza unica su diversi fronti. Pasquale mi ha portato ad oltrepassare dei limiti che non avrei pensato di poter varcare così presto ed al contempo ho acquisito (e assorbito) da lui competenze, tecnica o semplici accortezze fondamentali sia a livello di campeggio sia a livello di pianificazione del viaggio e percorrenza dello stesso.
Quasi 4.000 m di dislivello, sia in salita che in discesa, in meno di 120 km, sono stati un traguardo che non avevo mai raggiunto prima.
Ringrazio ancora il Maestro Pasquale Larocca che vi invito a contattare qualora vogliate avventurarvi nell’arrampicata, nel canyoning, trekking, escursione in MTB o eBike, scialpinismo e tantissime altre attività.