Basilicata coast-to-coast, secondo giorno

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Da Chiaromonte (PZ) a Trecchina (PZ), 02 Ottobre 2020

Sveglia alle 08.00 circa, stretching con panorama niente male e subito dopo pronto per la colazione a base di: focaccia deliziosa appena sfornata, cornetto, yogurt e succo di frutta. Il bar rosticceria La Villetta convenzionato si dimostra avere una delle focacce ripiene più deliziose che abbia mai assaggiato ed un panorama costantemente incantevole!

Belvedere dalla rosticceria La Villetta, Chiaromonte (PZ), 03-10-2020, 09.00

Alle 09.30 circa si parte in direzione di Fardella (PZ). Sulla via trovo un’ampia area adatta per il camping (auto, camper e/o tenda) nonché un muro per praticare outdoor climbing per chiunque volesse cimentarsi nella scalata all’aria aperta.

Il panorama si estende e fà spazio al Monte Raparo che, con i suoi 1760 m circa si colloca al centro del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, ma anche a boschi ricchi di querce e castagni.

Percorro il primo tratto in salita della giornata: circa 10km per lo più con pendenze accettabili se non per il tratto che attraversa il paesino di Fardella dove vi sono alcuni punti caratterizzati da pendenze anche superiori al 14%. Qui trovate il percorso tracciato su Komoot: ricordatevi di non fare troppo affidamento sulle percentuali delle pendenze stimate dall’app che, molto spesso, sono sottostimate.

Superato il paese la salita prosegue dolcemente fino al bivio Episcopia-Latronico. Da qui in poi smetto di pedalare e mi immergo nel silenzio del paesaggio, trainato da una lunga discesa che in circa 8 km mi conduce ad Episcopia: un po’ come faceva da giovane Rocco, il signore che a Chiaromonte, durante il mio primo giorno di viaggio, quando da giovane, a motore spento, percorreva lo stesso tratto con la sua moto.

Arrivato ad Episcopia prendo un caffè (sempre d’orzo) e, dopo una chiacchierata con dei signori del posto, proseguo verso il fondo valle, dove oltrepasserò il Sinni per portarmi sul suo versante meridionale, in direzione di Agromonte Magnano (PZ).

La salita è particolarmente difficile per via dell’importante pendenza e questa volta lo sento tutta nelle gambe. Qui il percorso con la traccia gpx che conduce da Episcopia ad Agromonte Magnano prima, e poi ad Agromonte Mileo (PZ).

Il percorso scelto per salire ad Agromonte Magnano è tutt’altro che una via “principale” bensì una strada cieca ove, prima che termini, è necessario fare attenzione ad individuare e imboccare una strada semi-asfaltata sulla destra: è questa la strada che, con pendenze molto lievi e sostenibili, porta su, in paese.

Salendo verso Agromonte Magnano (PZ), 03-10-2020, 11.30

Arrivato alla suddetta curva, non avendola mai percorsa, mi sorgono dei dubbi sull’effettiva percorribilità della strada. Torno indietro per chiedere ad un muratore intento a riparare un casolare (semi abbandonato) precedentemente incrociato, se la strada portasse effettivamente ad Agromonte Magnano e lui mi fa: “sì sì, segui sempre quella via ed arriverai in circa 3/4km ad Agromonte… ah stai solo attento ai cani da pastore perché c’è un gregge ed una stalla i cui cancelli si affacciano proprio sulla via”. Bene, è di conforto per il percorso che mi aspetta.

Lo ammetto, per un attimo ho pensato di tornare indietro e prendere una via meno isolata per salire in paese. Riflettendoci meglio, però, nessuno poteva garantirmi che, in altre vie, non trovassi altri cani e poi, tornare indietro avrebbe significato non solo perdere tempo ma “sacrificare” l’altitudine guadagnata fino a quel punto.

Mi faccio coraggio e proseguo per la strada, come da programma. Per fortuna gli animali erano tutti usciti al pascolo verso un’area sottostante la via di mia percorrenza e con loro anche i cani. Insomma, fila tutto liscio ed in circa 3 km arrivo ad Agromonte Magnano dove mi fermo per ricaricare le borracce d’acqua.

Proseguo e supero anche Agromonte Mileo: da lì in poi mi attende il tratto del coast to coast che per circa 22,5 km attraversa una strada che, già da satellite, sembrava essere non solo abbandonata ma quasi del tutto isolata. E’ una strada le cui pendenze sono particolarmente “gentili” rispetto alle altre opzioni che, nell’area limitrofa, sono caratterizzate da salite difficili (come Latronico, Cogliandrino), per le pendenze, o percorsi sì di media difficoltà, ma molto più lunghi (Agromonte Magnano, Castelluccio, Lauria).

Mi viene confermato da un signore di Agromente che la via è quasi del tutto abbandonata e molto stretta per le macchine, ma non per una bici. Anche lui ci tiene ad allertarmi sulla possibile presenza di animali, questa volta selvatici: <<Stai attento ancora incroci qualche cinghiale>>. Altra buon auspicio insomma.

Mangio in piazza l’ultimo trancio di focaccia, con spinaci e ricotta, presa al bar La villetta di Chiaromonte.

Riparto, quando sarà stata l’una neanche. Effettivamente le frazioni che attraverso si dimostrano disabitate con ruderi vecchi e trasandati, ma non tutte e comunque il percorso non riserva particolari pericoli. Per chi volesse visionare il percorso lascio qui il link a komoot da dove poter visionare o scaricare il tracciato gpx.

Arrivo a Borgo Seluci dopo quasi un’ora e circa 13 km. Nel frattempo il cielo si copre e si alza un vento particolarmente forte: noto che da qui il percorso diventa più selvaggio, boschivo, e sono a corto di acqua. Mi rivolgo ad un signore che guida un mezzo a quattro ruote che sembra fatto a posta per attraversare sterrati e ripide salite e chiedo lui se il percorso che mi accingo a fare sia tutto sommato tranquillo (che significa? boh). La sua espressione non è affatto tranquilla nell’immaginare qualcuno che percorre in bici il tratto, non perché ci siano pericoli particolari ma semplicemente per le salite molto ripide. Mi consiglia di optare per la Sinnica (arteria stradale principale che collega il versante Jonico a quello Tirrenico).

La sua espressione, il vento che si era alzato forte e le nuvole che in breve si erano fatte più vicine, mi avevano quasi convinto ma non volevo cedere nel prendere la Sinnica, sia per ragioni di sicurezza (è da evitare assolutamente per il traffico ad alta velocità e le gallerie) sia perchè, alla fine, il bello sta nell’attraversare boschi e paesi, non nell’arrivare presto (o facilmente) a destinazione.

Salgo per quasi 10km ed il percorso si dimostra bello, ricco di frutti di bosco (saporitissimi e maturi al punto giusto!) e con una fontana ideale per ricaricare le borracce.

Giungo a Contrada Cavallo intorno alle 15.30: da qui in poi mi rendo conto, fermandomi a controllare il percorso su koomot, che mi aspettano 21 km di cui 15 km quasi totalmente in discesa. Il morale va alle stelle e, in sintonia, il cielo si apre: prenoto al volo un b&b a Trecchina dove trascorrere la notte.

Torrente nel percorso tra Contrada Cavallo e Nemoli (PZ), 03-10-2020, 15.30

Eccomi subito dopo aver superato Contrada Cavallo, la località dove la superstrada Sinnica termina e si incrocia con molteplici altre strade nonché l’autostrada Salerno-Reggio Calabria.

Subito dopo la località Contrada Cavallo (PZ), 03-10-2020, 15.45

Dopo un piccolo strappeto di salità, raggiungo finalmente Nemoli (PZ): foto in piazza per testimonianza!

Nemoli (PZ), 03-10-2020, 16.00

Lascio Nemoli alle spalle, oltrepasso il fiume Noce (chiamato anche fiume Castrocuocco) e inizio la salita che da lì ad una buona mezzora mi porterà a Trecchina.

Dopo il secondo giorno in bici, con più di 100km alle spalle e quasi 3.000 metri di dislivello cumulati, gli ultimi km per arrivare a Trecchina (PZ) pesano come un macigno e più volte, nel mezzo della salita, sono costretto a fermarmi per prendere fiato e bere.

Panorama che si può scorgere dalle ultime curve in salita verso Trecchina (PZ), 03-10-2020, 17.00

Ecco il percorso registrato su komoot da Contrada Cavallo a Trecchina (PZ).

Alle 17.30 circa arrivo in paese: per oggi i km fatti sono abbastanza e Maratea è davvero vicina!

Il b&b scelto si chiama “Zero stelle” ed è piuttosto accogliente. La foto è mossa ma credetemi se vi dico che non avevo chissà quale pazienza per tentare più di un autoscatto.

Presso il b&b Zero Stelle, Trecchina (PZ), 03-10-2020

La sera mi delizio con un’abbondante cena al ristorante La Lanterna Verde, un po’ troppo sofisticato per i miei gusti ma senz’altro un ottimo posto dove degustare piatti tipici rivisitati.

Durante la cena faccio amicizia con una coppia deliziosa di Veneti con il quale ci scambiamo i contatti e ci si ritroverà (casualmente) l’indomani mattina per far colazione insieme, allo stesso bar.

La giornata termina con il fortuito incontro della Dott.ssa Nicoletta, che esercita la sua professione di Fisioterapista a Policoro e che (scopro solo allora) è originaria di Trecchina.

Nicoletta dopo lo stupore iniziale non solo nell’avermi incontrato lì ma soprattutto nel sapere che ci fossi arrivato pedalando, mi offre gentilmente un passaggio per l’indomani sera che esito ad accettare in quanto, nelle mia testa, vorrei non finisse mai questo viaggio e sarei disposto a rientrare ancora in sella alla bici fino a Policoro!

Rientrare in bicicletta avendo a disposizione solo Domenica (l’indomani) e Lunedì, avrebbe significato sacrificare molto tempo nel visitare il Cristo e, probabilmente, non poter tuffarsi nel Tirreno. Titubante e combattuto sul da farsi decido che è il momento di godersi la serata e lascio la decisione all’indomani.

Anche il secondo giorno di viaggio in bici termina e la metà è quasi dietro l’angolo.

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