Basilicata coast-to-coast, ultimo giorno

Da Trecchina (PZ) a Maratea (PZ), Cristo Redentore e bagno nel Tirreno, 04 Ottobre 2020

La giornata inizia al fantastico gusto dei Bocconotti, i dolci tipici di Trecchina (PZ) che potete trovare in molteplici versioni e gusti presso la Caffetteria dell’angolo, il bar di fianco alla piazza principale del paese. Sono stato davvero stupito dalla qualità della colazione ma anche del servizio e dalla gentilezza del personale.

Riporto la foto (sfocata, perdonatemi) degli ingredienti.

Lista ingredienti Bocconotti, Caffetteria dell’angolo, Trecchina (PZ), 04-10-2020, 09.00

Sono le 09.30 circa e si riparte! Forte di quanto annunciatomi da molti abitanti di Trecchina sono abbastanza sereno che mi aspetti una comoda e lunga discesa.

Mi sbagliavo: probabilmente la gente del posto non ha mai pedalato fino a Maratea. Prima del tratto in discesa, ci sono circa 4,5 km in lieve salita (con un 4% circa di pendenze media)!

Ovviamente non non è nulla di faticoso rispetto alle salite incontrate nei giorni precedenti ma, quando non ti aspetti alcuna salita, moralmente sei un po’ deluso e, il morale, in uno sport di fatica come quello praticato in bicicletta, è fondamentale!

In ogni caso il paesaggio è davvero bello ed il percorso si sostanzia nella aggirare il Monte Crivio, una vetta che sembra essere interessante da scalare in trekking. Di fatti, incrocio diversi segnali del CAI.

Castagneti, muretti in pietra, nuvole che si adagiano sulle vette circostanti, sono particolari che su due ruote, ad un’andatura lenta, generano delle sensazioni uniche ed impossibili da provare con altri mezzi.

Alberi di castagni che si incrociano uscendo da Trecchina, in direzione di Maratea (PZ), 21-11-2020, 09.30

Il primo obiettivo della giornata è raggiungere la vetta del Monte San Biagio (620 m) sul quale si erge la statua del Cristo Redentore, realizzata negli anni sessanta e che ricorda la statua del Cristo del Corcovado di Rio de Janeiro, seppur la prima sia di dimensioni più ridotte rispetto alla statua Brasiliana. Il Cristo di Maratea, con i suoi 21 metri di altezza e 19 di apertura delle braccia è la seconda della sua tipologia al mondo dopo, appunto, la sorella più grande del Cristo di Rio de Janiero. Quest’ultima è alta, pensate, 38 metri!

Dopo un’ultima ampia curva, mi porto sul versante ovest del Monte Crivio, da dove, finalmente, intravedo in lontananza, come un piccolo santino, la statua del Cristo Redentore: da questo momento in poi è parte integrante del paesaggio e, lentamente, diventa sempre più grande e sempre più vicino!

In discesa verso Maratea (PZ), 04-11-2020, 10.30
In discesa verso Maratea (PZ), 04-11-2020, 10.30

Percorro la strada in discesa per circa 8 km ed arrivo con gioia all’ingresso di Maratea!

Eccomi nella piazza con la sirenetta del paese che mi fa delle avance alla quale ricambio con un bacio ed un’arrivederci.

Faccio una sosta ricreativa in vista della salita che mi attende verso il Cristo. Compro un panino con l’intento di mangiarlo nelle ore successive e mangio un gelato al momento. Apertosi lo stomaco non ci penso due volte e mangio anche il panino: in bici si consuma quindi bisogna alimentarsi e non badare troppo ai sensi di colpa!

La più importante salita della giornata ha inizio. Mentre salgo, il panorama che mi circonda è mozzafiato.

Finalmente intravedo l’ultimo tratto che si dirama sui viadotti, dove la strada sembra dirigersi in cielo, sospesa tra le nuvole. Questa parte è davvero impressionante: quando la si percorre in automobile, più si sale più ci si domanda se non sia meglio proseguire a piedi.

Ma in bici, in quell’istante, dopo circa 120 km cumulati con i giorni precedenti, è una sensazione unica: un mix di emozioni mi travolge mentre pedalo incredulo tra le ultime curve che mi precedono dal “traguardo”. Alle paure, le insicurezze e i timori avvertiti prima di iniziare il viaggio o durante il percorso si sovrappone un senso di pienezza, felicità ed una incredula consapevolezza di esser lì. Solo allora mi rendo conto che la consapevolezza di potercela fare e la determinazione di volerlo fare sono due forze incredibili e complementari che, insieme alla dea bendata della fortuna, sono gli ingredienti fondamentali per poter coronare un sogno, qualsiasi esso sia.

Eccomi all’ingresso della piazzetta, di fronte alla Basilica di San Biagio, da dove si imbocca la scalinata principale per raggiungere i piedi del Cristo. Giudicate voi la bellezza della veduta, guardando le foto.

Piazzetta di fronte la Basilica di San Biagio, Maratea (PZ), 04-10-2020, 11.50

Spendo diverso tempo ad osservare il paesaggio circostante, fare foto e contemplare il luogo in cui mi trovo. Assaporo ancora incredulo, la consapevolezza di essere lì.

Una gentile coppia di ragazzi tedesca, la cui donna è una fotografa, mi scatta le due foto migliori, in compagnia della super star del posto, il Cristo Redentore.

Qui il percorso tracciato con Komoot con l’indicazione delle altimetrie (da prendere sempre con le pinze) che caratterizzano la strada da Trecchina al Cristo Redentore, sulla vetta del monte San Biagio.

Video-chiamo il mio caro amico Lorenzo di Bergamo, conosciuto su Couchsurfing per condividere con lui quel momento: tuttora abbiamo un viaggio in sospeso. Ci eravamo conosciuti sulla piattaforma, entrambi desiderosi di realizzare il coast-to-coast, a piedi o in bici che fosse.

Ci siamo incontrati ma purtroppo non siamo riusciti a partire insieme. Lorenzo ci è riuscito a fine Luglio in solitaria, completando un percorso molto più lungo del mio e, per di più con una bici molto meno prestante. Eppure allora fu come se in qualche modo lo avessimo completato insieme: pianificazioni, dubbi e passi (anzi, pedalate), una dopo l’altra, sono sempre state condivise in real-time telematicamente e per alcuni giorni di persona.

Mi sembrava naturale e spontaneo dover condividere quel traguardo e quel momento soprattutto con lui.

Ripresa sul Monte San Biagio (620 m di altitudine circa), Maratea (PZ), 04-10-2020, 12.00

Dopo essermi abbondantemente gustato quei momenti, decido che è tempo di farsi un bagno e completare così la mia mini-vacanza.

Decisione piuttosto facile da mettere in pratica visto che dal Cristo alla spiaggia è tutta una lunga discesa, durante la quale incrocio un altro cicloturista che, in sella ad una bicicletta molto inusuale, è intento a completare il giro dell’Italia: è Marco Pasqualini che pedala per completare il delle 20 regioni italiane con la la cargo bike VALE per il progetto “Pedalando per l’ Italia” il cui scopo è mostrare e promuovere il volontariato, raccogliendo fondi per la Protezione Civile.

In compagnia di Marco Pasqualini, con il progetto “Pedalando per l’Italia”, sulla strada verso il mar Tirreno, Maratea (PZ), 04-10-2020, 12.45

Dopo una breve introduzione reciproca Marco mi intervista e spero, una volta che condividerò questo post pubblicamente, che sarà l’occasione per riceverla direttamente da lui tra i commenti.

Come da consiglio dei Trecchinesi (ma si chiamano così gli abitanti di Trecchina?) punto dritto verso la spiaggia di Fiumicello Santa Venere che sembra essere una delle poche raggiungibili in bici. La maggior parte delle spiagge di Maratea invece, si caratterizzano per lunghe scalinate in pietra.

Qui il percorso che dal Cristo Redentore porta alla spiaggia Fiumicello Santa Venere. 

Il mare è agitato e le onde si alzano e si infrangono con forza a riva. Non sono proprio convinto di volermi tuffare: le spiagge di Maratea sono vicine a scogliere e, seppur quel punto, presso Fiumicello, sembra più sabbioso, il mare mosso e le onde che si infrangono sul bagnasciuga rendono impossibile sapere se e dove ci siano eventuali rocce.

Un ragazzo magro e biondo che identifico subito come straniero in vacanza, decide di entrare in acqua. E ci riesce. Segue il padre (probabilmente). 

Mi convinco che, se ce l’hanno fatta loro, posso farcela pure io. Aspetto il momento giusto e rapidamente entro in acqua prima che un’onda mi scaraventi di faccia sulla sabbia.

Di fatti entrando mi rendo conto che il fondale nasconde molte pietre grosse, ciottoloni.

Mi gusto quel momento e faccio conoscenza con i due: sono inglesi, padre (appunto) e figlio, in vacanza.

Dopo una bella chiacchierata in acqua e qualche consiglio lasciatogli su cosa visitare, decidiamo che è il momento di uscire: da lì serviranno circa 10 minuti per poter uscire in qualche modo senza sfracellarsi (o meglio essere sfracellati) sui ciottoli e sulla riva, dalle onde.

Poco dopo mi imbatto in Giulia, una giovane ragazza di origini Romane (o giù di li) indecisa sul tuffarsi o meno ma, effettivamente era davvero sconsigliabile: entrare quando il mare è così agitato è relativamente semplice ma il problema è uscirne incolumi.

Dopo una piacevole chiacchierata mi isolo per prendere un pò di sole, godermi la spiaggia e suonare due note di Ukulele.

Sono le 15.30 circa e, ovviamente, è tardi per ipotizzare di ripartire a quell’ora in bici, in direzione del mediterraneo, e sono ancora in tempo per prendere al volo il passaggio offerto dalla dottoressa di rientro a Policoro, da Trecchina.

Sono carico ed i 12,5 km che mi aspettano di totale e incessante salita prima di aggirare il Monte Crivio e puntare verso Trecchina non mi spaventano affatto: questa volta so cosa mi attende e ‘prendo di petto’ la salita.

Ecco il percorso con i dettagli sull’altimetria che dalla spiaggia Fiumicello Santa Venere porta a Trecchina (PZ).

Alle 17.30 sono a Trecchina. Mi rinfresco alla Caffetteria dell’Angolo e ne approfitto per assaporare un altro bocconotto, dolce tipico di Trecchina. Mi aspetta ora la parta meno entusiasmante: smontare le borse, il portapacchi e le ruote per poter far entrare la bici nella macchina della Dott.ssa che mi ha gentilmente offerto un passaggio.

E’ molto più eccitante l’operazione inversa ossia quella di preparare e assemblare la bici: timori e adrenalina si combinano mentre cerchi di focalizzarti nel non dimenticare nulla e al contempo nell’evitare di portare cose inutili.

Mentre smonto i bagagli e svito il portapacchi, mi ricordo ancora incredulo, che ho raggiunto il traguardo prefissato. Ho realizzato un piccolo sogno chiuso nel cassetto e vissuto il mio primo viaggio in bicicletta. 

A cosa penso appena salgo in macchina?

Voglio rifarne altri.

Al più presto.

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